Per costruire un ponte della creatività tra Territorio e Comunità: la storia nella storia delle favole attraverso la prosa teatrale
di Anita Cuomo
L’Associazione Scuola e Territorio con il Presidente Pierluigi Consales e la Compagnia Teatrale “ Il Cavolo sul Monte ” con la regia di Elena La Monica e la musica di Gabriella Marconi, hanno finalmente schiuso i boccioli della speranza delle aspirazioni, supportati dalla consolante fiducia che ci riporta ad un nuovo inizio dell’avvenire verso il bene e la felicità riconquistati, nell’arte della creatività.
Tre anni tra pandemia e guerre, smarrite dai sentimenti umani, che affiorano nei nostri ricordi, risuonando come ennesime sfide che riportano ognuno di noi a sviluppare un’osservazione più profonda, dove la storia ci insegna che la memoria degli eventi riguarda il risultato di ciò che siamo dentro: “ognuno è il risultato di ciò che crea ”. Siamo una rete, come tante perle preziose, unite da fili invisibili, uniti nella rete della vita, dove il singolo è in stretto rapporto di interdipendenza con i suoi simili e con l’intero eco-sistema. Ed è per questo che tutto ciò che abbiamo oggi è l’effetto di ciò che siamo stati ieri.
La creatività, quindi, è sempre stata la vera protagonista dell’architettura delle idee, giuste o sbagliate, che governa il mondo della realtà fenomenica; ma sorniona, racchiusa in ognuno di noi è sempre pronta a manifestarsi nella sua splendida magnificenza, per compiere qualsiasi progettualità nell’esperienza di Vita. D’altronde, molte delle filosofie umanistiche ci insegnano che noi siamo parte costituente della Creazione, di una grande Idea esplicitata nel frutto di tutto ciò che abbiamo e pertanto, la creatività è la base intrinseca che possediamo in dotazione sin dal tempo senza inizio.
Ma essa non basta come unica fonte. Deve essere supportata da alleati, come mezzo per essere esplicitata e soprattutto essere al passo con i tempi, e che la esprimano nel miglior dei modi, con la natura dell’anima.
L’evento teatrale organizzato dal Presidente Pierluigi Consales, dell’Associazione Scuole e Territorio, presso il Teatro “Al Corso” di Rivalta (RE), è il risultato del bagaglio di ciò che siamo; una sana e magica creatività che emerge sempre e comunque in ognuno di noi, nonostante tutto, e che mai nessuno potrà falciare poiché è la fonte ardente di queste associazioni che hanno una missione sul territorio: quella di creare ponti di unione tra Cultura, Filosofia, Confronto, Evoluzione, Integrazione, Sostenibilità.
Una “mission” per creare momenti di scambio di discipline, per dare un messaggio, per mettere il seme della salvaguardia dei principi assiologici dell’umano costume, palesato anche attraverso la prosa di una favola reinterpretata dai genuini piccoli attori sul palcoscenico di un teatro, di un paesino, simbolo attraverso cui l’universalità dell’anima si incarna con vicende perenni in forme diverse.
Raccontare la storia reinterpretata delle Favole più note è il capolavoro della coscienza creativa della Maestra Elena La Monica, che accompagna contemporaneamente i propri alunni, poi divenuti anche piccoli attori, in una “cultura ecologica” che parte dall’insegnare l’educazione e quindi dare a questo ambito la dignità di una materia scolastica più efficace, nelle aule di una scuola, garantendo il contatto quotidiano con la natura ai nostri bambini, piccoli Semi della futura Genesi, facendo trascorrere loro la ricreazione all’aperto, piuttosto che in aula, coltivando l’orto scolastico dell’eco-sostenibilità.
Quella della Maestra Elena è una sfida profonda; una figura istrionica cha associa l’insegnamento alla filosofica e pratica, che riguarda i valori e non solo le informazioni, la conquista degli alunni e della gente e non la sua semplice partecipazione, la diffusione di principi etici e duraturi e non solo utilitaristici e immediati. È una sfida trasversale, che implica l’incrocio tra le discipline, la ricerca dei nessi tra scienze, filosofia, saperi, che trasmette come tutor-mentore-coach dell’educazione alla nuove generazioni, nelle aule della scuola, e sui percorsi delle attività pratiche per fare il salto, svelare i segreti di animali e piante ai bambini, stimolando in loro lo spirito critico della conoscenza nelle varie discipline e l’interesse all’ecosostenibilità.
Tutto questo è lo sforzo di chi opera nelle associazioni che come l’Associazione Scuola e Territorio vuole trasmettere: “la Cultura del memory file”; una rete allargata a più realtà possibili. Ed è per questo che dobbiamo entrare in un ottica di sistema che coinvolga non solo un settore, ma più settori contemporaneamente. Quindi, le iniziative delle due favole a confronto: “Il Re Leone“ e “Le favole sfasate”, sono le tessere di un puzzle molto più complesso che investe le mansioni delle autorità comunali di Quattro Castella a fornire gli strumenti necessari e adeguati per favorirne la continuità; indi, investire risorse sull’identità e il futuro di una realtà sociale e del territorio che si trasforma, caricandosi di nuove implicazioni sul fronte educativo e insieme sociale.
Ed ecco che il Teatro, un salotto dell’album di una Storytelling, diviene il racconto di una storia nella storia della comunità. Ma la storia non è il fine dello Storytelling, è il suo mezzo. La sua finalità è quella di comunicare qualcosa d’altro attraverso la storia del percorso, raccontandola in maniera intima: vuole dare movimento cercando di stimolare il pubblico ad identificarsi con il senso e significato del messaggio, legare qualcosa, una persona a un valore, a un sentimento, a un ideale, a un’azione, apportando contenuti per stimolare una propria rivoluzione umana.
L’Associazione Scuola e Territorio, un progetto che nasce da un percorso che vuole seminare, promuovere e creare “ Valore”, prendendo in considerazione tutti gli elementi della catena del valore, che sta diventando sempre più esigenza impellente internazionale. La creazione di un percorso a puntate, nei vari settori, che precorre la strada della Conoscenza. L’esperienza che si trasforma in un’opportunità per la riappropriazione identitaria e la discussione del presente; diventa ambito nel quale ripensare all’apprendimento quale disciplina culturale complessa e multimodale; contesto per sperimentare e rafforzare le competenze di tutti i pubblici possibili.
Infine, è una sfida sociale, che deve andare incontro alla caotica complessità della società odierna con le sue lacune, nuove tendenze, gli eccessi, ed essere in grado di fornire ad essa un’alternativa; è una sfida comunicativa che deve sollecitare la comprensione, la solidarietà, l’armonia; che deve sapere trasmettere tutto questo, anche nel confronto critico con i modelli odierni di comunicazione, globali e spesso effimeri. Ed è essenziale, e non potrà prescindere da argomenti che ne dimostrino la capacità di costruire un buon presente e un futuro migliore.
Fritjof Capra, insigne fisico teorico, tra i fondatori della scienza dell’ecologia chiama tutta la comunità mondiale a sviluppare una cultura sostenibile che non sia solo tale ma che faccia parte di un intero sistema da mettere in rete; quindi, una “cultura ecologica” per imparare a vivere, a gestire gli affari e l’economia senza interferire con l’attitudine intrinseca della natura a sostenere la vita:
«Ciò che bisogna “sostenere” in una comunità sostenibile non è tanto la crescita economica o lo sviluppo, quanto l’intera rete di vita da cui dipende la nostra sopravvivenza futura».
Allora, le favole rivisitate che ha creato la Maestra e Regista Elena La Monica e quello che lei stessa rappresenta ,come esempio di insegnamento, sono molto di più che una semplice recita teatrale; sono un messaggio alla grande sfida del nostro tempo che è quella di costruire e far crescere comunità sostenibili, cioè ambienti sociali, culturali e fisici in cui poter soddisfare i nostri bisogni e aspirazioni senza diminuire le possibilità delle generazioni future.
I genuini piccoli attori di Teatro sono sempre coloro che attraverso le espressioni, voci, poesie ci fanno rientrare nella consapevolezza che tutto ha un legame nella continuità della Vita, e che non ha fine. Hanno suscitato in noi uno stimolo alla riflessione. La sala era gremita di persone che hanno condiviso e sentito l’unione delle proprie emozioni, rispecchiandosi nei volti dei propri figli, nipoti, amici, piccoli attori che con le loro voci soavi, angeliche, determinate e a volte timide, cantavano l’inno alla “continuità della Vita”, come una poesia suadente che rimarrà nelle nostre memorie, per proteggerla ed amarla.
La rivisitazione delle favole ci ha voluto trasmettere due messaggi che ci portano a noi “grandi” a farci riflettere:
1- Nel Re Leone, essere Re vuol dire molto di più di fare quello che vuoi. Tutto ciò che vedi coesiste grazie ad un delicato equilibrio. Come Re devi capire questo equilibrio e rispettare tutte le creature, dalla piccola formica all’ elefante, distribuire bene le risorse per la sopravvivenza in un territorio soprattutto ostile; Una provocazione che fa riflettere a noi grandi e che ci fa domandare: ma, essere Re di se stessi può cambiare davvero la visione della propria Vita e del mondo? E poi, qual è la strada da intraprendere per diventare Re di se stessi e del mondo, o dell’Infinito Universo?
2- nella “favola sfasata” il personaggio protagonista esce dai propri ruoli per entrare in altre favole, non appartenendo più allo stesso racconto, come in questa reinterpretazione lo ha fatto Pinocchio; ovviamente, la favola si sfasa. Un’altra provocazione che ci dovrà far riflettere e rispondere alla domanda: Se ognuno di noi dovesse uscire dal proprio ruolo, quello a cui abbiamo dato sempre il consueto e solito vestito, come cambierebbe la nostra vita e l’ambiente esterno?
La risposta alla prossima favola, appuntamento per svelare l’arcano destino di ciò che saremo.
Un grazie di cuore alle mamme e ai papà e allo staff organizzativo che hanno dato un prezioso contributo all’allestimento del palco e alla realizzazione scenografica per i quali le favole sono diventate realtà.
L’Associazione Scuola e Territorio ci aspetta sempre più numerosi. Passa parola.